
Ultime news dal mondo Amazon? Vengono direttamente dai dipendenti e dai loro racconti su com’è lavorare per l’azienda!
Essere un dipendente di Amazon significa essere sottoposto ad un continuo stress sia psicologico, che fisico nell’essere in linea con i tempi di produzione Amazon; si è monitorati nella velocità e si devono dare spiegazioni se si va in bagno più di una volta durante il proprio turno.
Dal punto di vista psicologico i dipendenti sono sottoposti ad un continuo stress per le quasi impossibili tempistiche da tenere, ma sono anche soggetti all’alienazione.
Che cos’è l’alienazione?
Troviamo la definizione del termine alienazione nel passato: in Marx e nella sociologia di ispirazione marxista, ed è l’estraniazione dell’uomo, che perde la percezione di sé stesso e del suo essere un individuo creativo e con dei pensieri, durante la catena di produzione.
Ovvero, tradotto in parole semplici, ridotto nel suo lavoro all’essere sempre in movimento, al dover fare i lavori velocemente ed uno dopo l’altro, si sente come un robot (un oggetto prestante) e non come un essere umano.
Amazon cerca di rimediare a questa problematica psicologica affiancando i dipendenti a dei psicologi.
Dal punto di vista fisico, invece, i dipendenti lamentano ernie, problemi alla schiena e al collo, problemi alle ginocchia, tendiniti e sindromi del tunnel carpale.
Questi forti disagi fisici sono dovuti al fatto che la maggior parte di loro, sono costretti a fare più di 15km al giorno all’interno della sede; ed a sollevare più di 500 pacchi al giorno di diverso peso e dimensione.
Un fatto risaputo, è invece che all’interno dell’azienda si ha una data di scadenza che è di massimo 3-4 anni.
Non è definita dall’azienda, ma dai lavoratori stessi, che dopo un certo numero di anni rendono meno e non riescono più stare ai passi che riuscivano ad avere nei primi anni di produzione, poiché hanno accumulato sempre più disagi psicologici o fisici.
Dunque possiamo affermare, che per questi operai non vi è futuro professionale all’interno dell’azienda.
L’azienda, per tutelarsi, offrono al dipendente dei corsi a loro spese per qualificarlo; in modo da poter trovare un’altra qualificazione in poco tempo.
Dunque, non licenziano loro direttamente, ma danno una mano ai loro dipendenti a cambiare mestiere
Lavorereste ad Amazon dopo aver letto l’articolo? Conoscete qualcuno che ci lavora o vi avete lavorato voi? Com’è stata l’esperienza? Fatemelo sapere nei commenti, e se vi è piaciuto l’articolo lasciate un like!
Ci lavorano due mie conoscenze … uno è scappato dopo un mese l’altro resiste ma si lamenta e dice le stesse cose che hai scritto tu.
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sono felice di aver descritto il tutto al meglio allora rispecchiando la veritá
mi dispiace per loro, spero che abbiano trovato di meglio😊
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Diciamo che chi non ha resistito cerca di rifarsi assumere perché con questa pandemia non ha più trovato nulla.
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Io ci ho lavorato in Germania, non tanto lo stress lavorativo ma il razzismo e la minaccia di botte che mi ha fatto licenziare, per non parlare del fatto che ero sotto pagato e che per prendere i miei soldi ho dovuto aspettare e farmi fare la perquisizione e ciliegina sulla torta, il primo giorno di lavoro mi hanno rimandato a casa perché hanno cambiato i turni e si sono dimenticati di avvisarmi ciliegina sulla torta io che ero Italiano mi davano sempre il computerino difettoso e dovevo stare zitto perché ero Italiano Mafia per non parlare della minaccia di chiudermi l’account se mi permettevo ancora di pubblicare un libro in Polacco inglese o tedesco come Italiano non ne avevo il permesso. Quando ho usato il termine vaffa le cose sono cambiate. Io pubblico con Kdp ora che ho fatto la guerra le cose sono cambiate ma prima era una vera tragedia. Aiuto dio benedica la regina
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